Nonostante Accra (la capitale del Ghana) sia una tra le città africane a più alto tasso di crescita demografica e di investimenti nel settore immobiliare si registra una estrema carenza di alloggi a prezzi accessibili per residenti a basso reddito. Il deficit stimato è pari a 300.000 unità abitative. E questo nonostante il boom edilizio degli ultimi anni dovuto anche alla privatizzazione e riqualificazione di terre del demanio.
La spiegazione – si legge in questa analisi – risiede nella discrepanza tra i costi nel mercato immobiliare formale e i redditi nell’economia informale. Ad Accra, circa il 74% della forza lavoro è impiegato nell’economia informale che, in genere, procura redditi molto bassi e instabili che non solo non consentono un affitto delle case a disposizione sul mercato ma neanche di accedere ai finanziamenti per la casa. La maggior parte dei residenti in città, dunque, è esclusa dai mercato immobiliare formale: il 58% vive in alloggi costruiti in modo informale, con il 65% delle famiglie stipate in una sola stanza.
Le politiche degli scorsi anni volte a incoraggiare il boom immobiliare vendendo terreni di proprietà statale non sono riuscite a fornire alloggi a prezzi accessibili. Al contrario, la ricerca del profitto da parte degli investitori e l’uso della terra come risorsa da sfruttare il più possibile da parte chi la possiede hanno portato a un eccesso di immobili di lusso, molti dei quali, tra l’altro, risultano anche invenduti o non affittati
Prima degli anni ’80, le imprese statali e i costruttori locali (spesso informali) dominavano il mercato nella capitale. Ma dopo che il Ghana ha adottato politiche di aggiustamento strutturale neoliberista negli anni ’80, il Governo ha perseguito un approccio all’edilizia abitativa basato sul mercato. Ha privatizzato l’edilizia residenziale pubblica e ha ridefinito il ruolo dello Stato come “abilitante” per gli investimenti del settore privato. Spesso utilizzando incentivi come agevolazioni fiscali per gli investitori.
Ma l’espansione del settore immobiliare è anche stata segnata dai conflitti sulla proprietà della terra. Il possesso fondiario consuetudinario, in cui la terra è proprietà comunale controllata da leader tradizionali e capifamiglia, è molto diffuso in Ghana. Le controversie che spesso nascono sui diritti di proprietà hanno finito per scoraggiare alcuni investimenti. Dagli anni ’90, però, centinaia di acri di terreno di proprietà statale nei quartieri centrali di Airport Residential, Cantonments e Ridge sono stati assegnati agli investitori e sono stati oggetto di speculazione edilizia. Aree della città che erano precedentemente occupate da bungalow di epoca coloniale.
Secondo le dichiarazioni ufficiali, i lotti di terreno dovevano essere assegnanti con condizioni aperte a tutti e assegnati sulla base di offerte competitive per garantire un buon rapporto qualità-prezzo. In realtà, si è assistito a un accaparramento della terra assegnata alla fine a potenti sostenitori del Governo a prezzi inferiori a quelli di mercato.
Insomma, i paritti politici e i loro sostenitori hanno utilizzato la terra e i progetti abitativi per garantirsi supporto, voti, potere. Questa politica ha aggravato le disuguaglianze sociali (e abitative) considerato che su quei terreni sono state costruiti appartementi e ville di lusso commercializzate a una cifra non inferiore a 80.000 dollari. E via via a salire. In questo modo si è verificata anche la corsa all’investimento, vale a dire all’acquisto di case che ora i ricchi ghanesi (ma non solo) fittano a prezzi spropositati soprattutto a dipendenti di società e imprese estere e ambasciate.
Gli alti profitti sono ovviamente l’obiettivo di investitori e proprietari di case di lusso, che comunque si sono rivelate anche una strada per il riciclaggio di denaro sporco,
In questi ultimi anni la tendenza è di considerare la necessità di “affordable houses” come un’opportunità per gli stessi investitori. Sono state realizzate unità abitative in aree periurbane – come Ningo-Prampram nella Grande Accra – su terreni relativamente economici. Molti di questi progetti si concentrano però sulla proprietà della casa sovvenzionata, piuttosto che sugli affitti sociali. Ciò significa che è improbabile che siano accessibili ai gruppi a basso reddito.
E così per le classi sociali più basse la questione di un alloggio decente rimane aperta. Con una soluzione ancora lontana. Nel frattempo si vive in 7-8-10 persone in una stanza e spesso senza neanche i servizi igienici.
Categorie:africa news
Ciao Antonella,Mi fa piacere rileggerti nuovamente. Un caro saluto Franco Inviato dal mio Galaxy
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