Crescono le città, con i loro palazzoni, centri commerciali, residence, diminuiscono radicalmente gli spazi verdi, ma non diminuisce, anzi aumenta la popolazione degli slum, comunemente definiti baraccopoli.
Circa il 62% del miliardo di abitanti delle baraccopoli stimati nel mondo vive in Africa. Inoltre, le persone nel settore informale contribuiscono per oltre l’80% all’economia urbana africana. Eppure proprio loro – che vivono in aree degradate e prive di servizi – risentono più di ogni altro di una struttura del territorio sempre più urbanizzato, freddo, privato di parchi e verde. Spazi indispensabili per mitigare le temperature, fare da barriera a inondazioni dovute a forti piogge, anche ridurre il rumore. Ma queste risorse naturali stanno subendo una drastica riduzione.
In molte città del continente africano da qualche anno si sta verificando un allarmante tasso di declino delle aree verdi nelle aree urbane e della distruzione anche di piante secolari, per far posto al cemento. Accra è una di queste. E anzi, con la crescita economica e la sua attrattività non solo per i ghanesi che vivono in altre aree del Paese, ma anche per espatriati e investitori, ne rappresenta l’epitome.
Una recente ricerca svolta nella capitale ghanese ha esaminato come l’accesso, il controllo e l’uso del territorio urbano contribuiscano al declino degli spazi verdi urbani in un contesto di rapida urbanizzazione. Testimoni del lavoro sono stati i residenti degli slum che si è scoperti assolutamente consapevoli dell’importanza degli spazi verdi. Proprio ad Accra esistono due grandi insediamenti informali – Nima e Agbogbloshie – ed è qui che sono state raccolte le opinioni dei residenti sulla nuova aechitetttura urbana che manca di spazi verdi condivisi (diverso il caso dei residence e ville di lusso spesso incastonate in lussureggianti giardini).
Si tratta di due tra le più estese e popolose baraccopoli del Ghana – Agbogbloshie in particolare è una delle più grandi discariche al mondo di e-tech, con gravi conseguenze ambientali e sociali – e si trovano in aree ecologicamente sensibili, riserve naturali, zone umide e sponde dei torrenti. Inutile dire quanto cattive siano le condizioni sanitarie, scadenti le “abitazioni” fatte nella maggior parte dei casi di lamiere e scarti, praticamente assenti i servizi igienici.
Ebbene, secondo lo studio, il 93% dei residenti di queste baraccopoli comprende l’importanza degli spazi verdi in città e li desidera perchè rendono l’ambiente più attraente, riducono al minimo l’erosione del suolo e l’inquinamento atmosferico e servono a scopi di aggregazione sociale.
Eppure solo il 14% degli intervistati ha mostrato di aver fatto attivamente qualcosa per proteggere o utilizzare per attività ludiche o ricreative i pochi spazi verdi esistenti all’interno o nei dintorni delle baraccopoli. Anzi, spesso queste aree sono state ulteriormente degradate, utilizzate per esempio come discariche per rifiuti.
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