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La rumba congolese diventa patrimonio dell’umanità e si aggiunge alla lista dell’Unesco

La rumba congolese, uno dei generi musicali e dei balli africani più conosciuti al mondo è ora nella lista dell’Unesco, e diventa patrimonio mondiale dell’umanità.

Una campagna – quella che ha portato a tale riconoscimento – che è stata portata avanti negli anni scorsi sia dalla Repubblica Democratica del Congo sia dal Congo-Brazzaville. I due Paesi occupano quello che un tempo era l’antico regno del Kongo – dove la danza ebbe origine. Lo stesso termine “rumba” deriva dalla parola Kikongo “Nkumba“, ombelico.

Si aggiunge così ad altre tradizioni viventi inserite nella lista del “patrimonio culturale immateriale dell’umanità” dell’Unesco come la musica reggae giamaicana e il cibo dei venditori ambulanti di Singapore.

Nonostante le sue origini africane, nell’immaginario dei più la rumba è associata ai balli latino-americani e va ricordato che è stata la rumba cubana ad ottenere per prima, nel 2016, il riconoscimento di patrimonio culturale immateriale dell’Unesco.

Ma lo stile della rumba emerso a Cuba nel XIX secolo in realtà ha le sue radici nelle percussioni degli schiavi dell’Africa centrale, stile che si è poi combinato con le melodie dei colonizzatori spagnoli arrivati sull’isola. Il ritmo mantenne comunque il suo carattere distintivo, tanto che quando le registrazioni in vinile furono esportate nell’Africa centrale nel XX secolo, furono immediatamente riconosciute come danza e ritmo locali.

Tra i primi eroi della rumba congolese vanno ricordati Wendo Kolosoy, Paul Nkamba, Franco e TPOK Jazz, Tabu Ley Rochereau e Dr Nico. Ed è proprio un ritmo di rumba ad essere diventato una sorta di colonna sonora del panafricanismo nell’epoca in cui le nazioni africane combattevano per l’indipendenza dal regime coloniale, la canzone è Independence Cha Cha di Le Grand Kallé.

Poi sono arrivati gli Zaïko Langa Langa fondati dalla stella nascente, Papa Wemba, che hanno ispirato Koffi Olomidé, ancora molto popolare nonostante i suoi guai con la giustizia, insieme a stelle più giovani come Fally Ipupa.

La rumba congolese – e i suoi interpreti – negli ultimi anni sono stati spesso accusati di stare vicino al potere e di aver sostenuto dinastie dittatoriali. Ed è diffusa ormai l’opinione che questa forma di espressione così specifica della cultura congolese si sia nel tempo trasformata da voce della libertà a strumento di propaganda.

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