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L’altra verità: la maggioranza degli africani sub-sahariani arriva in Europa legalmente

[Traduzione dell’articolo di Mathew Otieno pubblicato su MercatorNet]

I primi tre mesi del 2023 sono stati i più mortali, in sei anni, per i migranti che hanno tentato di attraversare il Mediterraneo centrale dall’Africa all’Europa. Ad affermarlo è un rapporto dello scorso aprile dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni, agenzia delle Nazioni Unite.

Il rapporto parla di 441 morti lungo la rotta, il numero più alto dal 2017, quando 742 migranti persero la vita nello stesso periodo. Quello che rende ancora più cupa la situazione, è che quest’ultimo conteggio porta il numero totale di migranti scomparsi e morti nel Mediterraneo dal 2014 a più di 26.000.

Non sorprende che queste morti apparentemente insensate attirino sempre l’attenzione. È senza dubbio l’aspetto più visibile dell’immigrazione clandestina in Europa e un costante punto critico di discussione sul fenomeno.

Il fatto che la maggior parte di queste imbarcazioni partano dall’Africa ha anche focalizzato molta attenzione sulla migrazione illegale dal Continente. È in parte per questo motivo che molti rapporti che toccano la demografia africana, come questo [PDF] del National Bureau of Economic Research, un think tank americano, tendono a richiamare lo spettro delle future migrazioni di massa in Europa.

Le tragedie hanno anche sollecitato diverse risposte politiche volte a ridurre il numero di africani che intraprendono il pericoloso viaggio. Nel 2015, ad esempio, l’Unione europea ha istituito il Fondo fiduciario di emergenza dell’UE per l’Africa (EUTF) per “affrontare le cause profonde della migrazione irregolare”.

Con tale fondo sono stati spesi quasi 5 miliardi di euro – fino al 2022 – in varie iniziative in numerosi Paesi africani. Dal rafforzamento delle istituzioni governative in Somalia ai tentativi di “costruire resilienza e opportunità economiche” in Etiopia.

 Detto questo, si potrebbe presumere che gli africani dominino il fenomeno dell’immigrazione clandestina in Europa. Purtroppo, però, questo è uno di quegli argomenti su cui la menzogna ha fatto il giro del mondo molto prima che la verità potesse anche solo cominciare a manifestarsi.

 Perché non solo gli africani (in particolare i subsahariani) costituiscono una minoranza relativa di migranti illegali che entrano in Europa, ma la stragrande maggioranza degli africani che si trasferiscono in Europa lo fa legalmente.

 Secondo un rapporto del gennaio 2023 di Frontex, l’agenzia per le frontiere dell’UE, circa 330.000 persone sono entrate irregolarmente nell’UE nel 2022, con un aumento del 64% rispetto al 2021. La maggior parte di questi attraversamenti è avvenuta lungo la rotta orientale, attraverso i Balcani occidentali e il Mediterraneo orientale. Inoltre, quasi la metà del numero totale di migranti illegali erano cittadini siriani, afgani e tunisini.

Di fatto, gli africani subsahariani rappresentavano un numero molto inferiore in tutte le sei rotte principali delineate da Frontex, tranne due. Queste due rotte, il Mediterraneo occidentale (attraverso lo stretto di Gibilterra) e l’Africa occidentale (verso le Isole Canarie), hanno registrato un totale di poco più di 30.000 migranti, meno del 10% del totale. Inoltre, entrambe le rotte hanno registrato diminuzioni nel 2022, rispetto al 2021.

Secondo un rapporto del Pew Research del 2019, gli africani subsahariani rappresentavano solo il 17% dei 3,9-4,8 milioni di immigrati clandestini residenti nell’Unione europea nel 2017. Ciò era in contrasto con il 30% della regione Asia-Pacifico, il 23% da paesi europei extra UE e il 21 per cento dal Medio Oriente e dal Nord Africa.

Naturalmente, il 17% di 4,8 milioni non è un numero piccolo. Ma bisogna anche tener presente che quasi tre milioni di stranieri, molti dei quali africani subsahariani, si stabiliscono legalmente in Europa ogni anno.

Nel 2017, secondo un altro rapporto del Pew, 4,15 milioni di africani vivevano in Europa, la maggior parte dei quali legalmente, essendo arrivati ​​“come studenti internazionali e rifugiati reinsediati, attraverso il ricongiungimento familiare e con altre motivazioni”.

 Ancora di più, il numero di migranti subsahariani che entrano illegalmente in Europa, secondo Frontex, dal 2015 è in realtà diminuito. È importante sottolineare che ciò è avvenuto di pari passo con un aumento significativo del numero totale di sub-sahariani che migrano in Europa con mezzi leciti, nonché un aumento del numero di africani sfollati.

Ancora più importante, il calo degli attraversamenti illegali ha poco a che fare con politiche specifiche. Un’analisi di DW del 2022 del già citato EUTF, ad esempio, ha rilevato che “non ha avuto un impatto misurabile sui movimenti migratori verso l’Unione europea”. Pochi rapporti hanno tentato di spiegare questo calo, forse perché poche persone sanno che ci sia stato.

Non si tratta di minimizzare il problema dell’immigrazione clandestina. A parte il pericolo che corrono i migranti che scelgono questa rotta, oltre alla rete criminale dei trafficanti di esseri umani, c’è anche il fatto che l’Europa è fatta di Paesi sovrani, e hanno il diritto di sorvegliare i propri confini. Inoltre, non intendo dire che il fenomeno scomparirà presto. Per vari motivi, un gran numero di africani migrerebbe in Europa se fosse più facile, come illustrato da un sondaggio Pew del 2018, che ha rilevato che fino al 75% delle persone in alcuni Paesi si sposterebbe in Europa o negli Stati Uniti se ne avessero la possibilità.

Tuttavia, questo è un tentativo di contestualizzare il problema. L’immigrazione clandestina dall’Africa sub-sahariana non è un problema così grande come spesso le notizie fanno apparire – e sta diminuendo. E rappresenta anche una parte relativamente piccola dei migranti che si trasferiscono in Europa dall’Africa.

Questa è la verità.

Ed eccone un’altra: mentre la popolazione europea diminuisce e invecchia, avrà bisogno di un numero crescente di stranieri qualificati e semi-qualificati per colmare le lacune lasciate dalla sua forza lavoro in diminuzione.

 Nel bene o nel male, molte di queste persone verranno dall’Africa.

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