diario di un'italiana in ghana

Una giornata (quasi) come le altre

È venuta a comprare il pane, 2 Ghana Cedi nel pugno. Le dico che oggi diamo tre pezzi a 1 Ghana Cedi perché non è più fresco, ma lei insiste che ne vuole uno soltanto: 50 pesewa. Con il resto deve comprare dello zucchero e del porridge e magari poi conservare qualche pesewa.

Ha meno di vent’anni, un figlio nella pancia e un altro – 3 o 4 anni – che l’accompagna. Poche volte ho visto tanta malinconia venir fuori da una donna così giovane. Non mi guarda e del resto neanche comprende le mie parole. Né io le sue. Ho bisogno dell’interprete. O dei gesti.

Le do il pane, poi penso: cosa posso fare? Una cosa molto semplice, non mi costa proprio nulla: prendo una delle caramelle che conservo per le “grandi” occasioni e la do al bambino. Lei sorride, un sorriso inaspettato a lei stessa. Come inaspettato è per lei il mio Merry Christmas. Io sono felice, lei non so. Ma le ho strappato un sorriso vero.

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[Non so se percepite paternalismo, pietà, buonismo, arroganza o peggio o che altro nelle mie parole, ma non c’è niente di tutto questo. Bisognerebbe essere qui per saperlo. Posso immaginare le critiche a quello che scrivo, ma le realtà hanno una vita diversa che non corrisponde ai nostri concetti, idee, convinzioni, pregiudizi].

PS: Pia, sono le caramelle che mi hai dato tu da portare quaggiù.

Solo pane per Natale…

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