Volo Francoforte Bologna. Rientro in Italia dopo 8 mesi in Ghana. Mesi difficili, pieni, solitari, formativi. Importanti.
Il primo gesto sulla tratta che mi porta a casa (…): la lettura di due quotidiani, la Repubblica e il Corriere della Sera. Tanto mi è bastato per riprovare rabbia e disgusto. Il festival delle apparenze, la prova di continuare ad esistere per fare da megafono ai poteri, il segno che la parola non viene usata (quasi mai) come arma da quei professionisti che hanno scordato di tenere a cuore – prima di ogni altra cosa – le sorti dell’umanità. Ma che hanno a cuore la continuazione delle caste, dei poteri forti, delle gang del denaro.
La Repubblica dedica tanto spazio alla Mogherini che in attesa della nomina (forse) UE se ne va in Israele (per carità ragioni di Stato e relazioni internazionali) a incontrare quel criminale di Netanyahu e tanto per accontentare qualche giornalista lì intorno spende parole di circostanza per il genocidio in corso a Gaza. E poi il solito, inutile spazio agli ignoranti e arricchiti (e qualcuno delinquente) della politica nostrana. E ancora, tante chiacchiere – messe insieme bene, per carità – di Adriano Sofri, per dire nulla che non sappiamo, pensiamo o non siamo d’accordo di pensare. A che serve tanto spazio di bla bla bla se non a far guadagnare lo stipendio alla persona interessata, non so. Parlo per me, per carità, dico che non ha aggiunto nulla alla mia conoscenza dei fatti. Ecco, sì, più fatti e concretezza e meno chiacchiare non sarebbero male.
E il Corriere… l’equilibrismo delle parole di Claudio Magris per non dare torto né ragione a nessuno. Schierarsi è un delitto per molti giornalisti delle grandi (!) testate italiane. Quello lo fanno quei poveri fissati e sognatori degli attivisti. Di cui spesso si usano notizie e immagini. E ormai non se ne può fare a meno perché quelli sì che prendono posizione e qualcosa dalla gola profonda del dolore te la raccontano. E se sono schierati, beh anche loro servono. proprio per questo.
E poi ci leggo dentro a quel bel giornale che era il Corriere della Sera. E sfoglio, sfoglio, tante volte perché non ci posso credere che non c’è la notizia della sentenza del Tribunale dell’Aja che condanna i caschi blu dell’ONU olandesi per il massacro di Srebrenica. Magari mi sono sbagliata. Qualcuno mi smentisca e mi dica che editore, direttore e gionalisti del Corriere sanno cosa sono i diritti umani. E che – rispettati o meno – esistono! E se proprio non c’era spazio negli esteri, si poteva almeno accorciare il pezzo dedicato ai gossip sulla Merkel e dare quello spazio a qualcosa che conta di più.
Lo so che ci sono molti giornalisti che soffrono – anche loro – per quello che accade in questo mondo infame, ma se leggi i nostri giornali non sempre avverti che il loro disgusto e sofferenza viene a galla senza mediazioni. Mediare, conservare le posizioni acquisite sembra avere il sopravvento su ogni altra cosa. Svegliamoci!
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