Non lo capiranno in molti quello che dico – tranne coloro che sanno di cosa parlo – ma per vivere in questo Paese, il Ghana, occorre anestetizzare i sentimenti.
Essere capaci di trascinarsi nell’apparenza, indossare una faccia ed essere pronto a cambiarla girando l’angolo; ricordare che una cosa conta sopra ad ogni altra: i soldi e ciò che mostri di essere; tener conto che la finzione è la chiave per le buone relazioni e per il successo. E anche per vivere una vita normale.
Se sei diverso non vai avanti, non ti capisce nessuno. La sincerità – e anche la fedeltà – è un dono che qui è inutile e senza senso. La praticano in pochi, pochissimi. Pochissimi.
Se si potesse valutare la natura di un Paese e di chi lo abita dalla parola più di frequente utilizzata nei discorsi – nei villaggi come nelle città – per il Ghana dovremmo utilizzare “soldi”, money, Ghana cedi.
Io davvero non so dire se in Italia siamo così ossessionati dalla ricchezza o dal successo, ma qui sembra che tutto il valore di un individuo risieda in quella puzzolente (ma necessaria) cartaccia che è il denaro.
E poi, essere qualcuno. Con una bella macchina, vestiti e aspetto adeguati e molte donne e amici (?) con le medesime caratteristiche. Una vita fatta di tante relazioni: promiscue, numerose, disordinate. E con figli sparsi, un po’ qui un po’ là.
Se sei un uomo bianco con ragazze più giovani, se sei una donna bianca con un rasta outcast magari (che questo è un capitolo a parte su cui un giorno scriverò).
Se ci metti i sentimenti in questo Paese il più delle volte sei fottuto – o lo sarai molto presto. Non c’è spazio qui per cose normali, comuni, banali. Qui tutto è sopra le righe. Se sei in grado di sopportarlo (e di adeguarti) bene, altrimenti soccombi… nei sogni, sentimenti e aspirazioni che ti avevano fatto scegliere e decidere di restare.
Non è difficile amare questo Paese, desiderarlo per il proprio futuro, farci programmi e investirci la vita. Lui ti accoglie, ti blandisce, ti lusinga, ti dà gioie e sensazioni che prima mai avevi avuto.
Ma poi è quando ci sei dentro fino al collo che ti fa vedere chi è davvero, di che pasta è fatto. Quando ormai ne sei l’amante disilluso che dovrà fare i conti col sogno spezzato. Pur continuando ad amarlo. E a investirci il tuo futuro.
[Questa è la mia storia. Se ne avete altre e più ‘sorridenti’ siete i benvenuti]
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