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Sankofa, il simbolo universale che porta alla saggezza

sankofallNon c’è un simbolo più noto in Africa e tra coloro che amano l’Africa. Non c’è un significato più intenso, forte, globale.

Sankofa nasce nella cultura Akan, quella degli Ashanti, ma è un simbolo toppo profondo e potente per rimanere custodito e a disposizione di una sola comunità.

Sankofa, il più noto degli adinkra, nel tempo è diventato il simbolo degli africani che vogliono riappropriarsi di se stessi, della propria storia, del proprio futuro.

Nella lingua Twi è questo il significato: “san” (return), “ko” (go), and “fa” (look, seek e take). Che vuol dire, in sostanza: torna indietro, conosci il tuo passato e poi costruisci il futuro.

Ecco perché è caro agli africani della diaspora, soprattutto. Ma anche agli afro-americani, i discendenti degli schiavi. Quelli sradicati dalle proprie radici, quelli strappati dalla prorpia terra, quelli che le proprie radici e le proprie terre le hanno dimenticate o mai conosciute.

Ma Sankofa è un simbolo universale. Vuol dire sapere osservare prima di agire, conoscere prima di parlare, imparare prima di dar vita a qualcosa di nuovo. Profondità, osservazione, conoscenza e, poi, azione.

Anche per questo è stato adottato dall’UNESCO come simbolo di un progetto lanciato qualche anno fa: la realizzazione di una serie di volumi sulla storia dell’Africa. Non quella scritta dai bianchi occidentali, ma quella che recupera tradizioni orali, informazioni e documenti dimenticati. E si dovrebbe studiare nelle scuole. Si dovrebbe. Nelle scuole africane soprattutto.

Ho avuto modo di leggere testi indecenti. A parte le cattive rilegature o foto (segno di un risparmio eccessivo sui costi), sono testi che si concentrano spesso e solo sulla storia del singolo Paese. Dove tutto quello che è accaduto nel continente sembra cominciare dall’arrivo dei colonizzatori. Non sono libri che ho trovato in Italia, in Europa. Sono libri di testo usati qui, in Ghana, in Africa.

La strada da fare è ancora tanta. E dovrebbe cominciare da una consapevolezza degli insegnanti locali. Le grandi menti, gli studiosi o gli attivisti che vivono all’estero – tra cui quelli che hanno redatto questa Storia dell’Africa – l’hanno già capito. Ma non sono loro quelli che, ancora, fanno lezione sotto gli alberi o in edifici che quasi crollano.

Sankofa è un simbolo bello. Ma bisognerebbe “praticarlo” davvero. E non per odiare i bianchi – o gli altri – ma per far tesoro di se stessi, della propria storia, delle proprie radici.

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