Mentre il pianeta si riscalda per gli effetti del cambiamento climatico, anche i conflitti si infiammano.
Nel corso di un recente incontro del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si è discusso dell’importanza di riconoscere il riscaldamento globale come un fattore di rischio che può esacerbare le tensioni nelle comunità. Cosa che potrebbe anche aumentare i reclutamenti da parte di gruppi terroristici.
“Il cambiamento climatico è indissolubilmente legato ad alcune delle più urgenti sfide per la sicurezza dei nostri tempi“, ha detto la vice segretaria generale dell’ONU Amina Mohammed. “Dobbiamo considerare il cambiamento climatico come un problema che coinvolge una rete di fattori che possono portare a conflitti: all’interno di questa rete, i cambiamenti climatici agiscono come un moltiplicatore di minacce, generando ulteriore stress a criticità di tipo politico, sociale ed economico“.
I fattori legati al clima svolgono sempre più un ruolo nell’escalation dei conflitti tra i vicinati e le varie tribù. “Nell’incerta situazione politica, come nel caso del Medio Oriente, l’iniquità dell’accesso all’acqua rappresenta una vera minaccia per la pace e la stabilità“, ha detto il ministro delle risorse idriche iracheno Hassan Janabi.
Due importanti fiumi, il Tigri e l’Eufrate, corrono attraverso l’Iraq, ma il 90% del Paese è colpito o minacciato dalla desertificazione e dalla scarsità d’acqua a causa del riscaldamento globale. Ma c’è anche un progetto di Ankara di realizzare dighe e trattenere l’acqua del Tigri ha provocato malumori e preoccupazioni.
In altre parti del mondo, la diminuzione della pioggia, la siccità e le temperature del riscaldamento stanno diminuendo le risorse idriche e complicano la vita quotidiana delle comunità nomadi e agricole. “Più dell’80% delle nostre comunità nel Sahel, in particolare nella mia regione, dipendono dall’ambiente, dall’agricoltura, dai pesci e dal bestiame“, ha detto Hindou Ibrahim del Forum internazionale sui popoli indigeni sul cambiamento climatico.
Ha poi ricordato che le popolazioni nomadi seguono l’acqua e il pascolo, ed entrambi stanno riducendo. “C’è un conflitto locale che cresce ogni giorno. Tali conflitti diventano poi conflitti nazionali e infine investono tutta la regione“, ha affermato. “E questo, diventa luogo fertile per il terrore e i terroristi“.
Con il declino delle economie cresce la disoccupazione e la povertà. Così i giovani costretti a far nulla diventano vulnerabili al reclutamento dei gruppi terroristici. E non sono solo gli uomini e i ragazzi – anche un numero crescente di donne viene reclutato da questi gruppi.
Insomma è chiaro che affrontare il terrorismo con piani di sicurezza, uomini in divisa e armamenti servirà a ben poco se non si agirà al più presto sulle cause.
Sarebbe assai meglio utilizzare i soldi spesi per le missioni di pace e per la lotta al terrorismo per aiutare l’ambiente e a creare lavoro.
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